ROCCONI
ROCCONIConsigli pratici
Alla confluenza del Fiume Albegna con il Torrente Rigo, tra i paesi di Roccalbegna e Semproniano (GR), si estende la Riserva naturale provinciale di Rocconi (371 ha) che racchiude l’Oasi WWF Bosco di Rocconi (130 ha).L’Oasi WWF Bosco di Rocconi è dotata di Centro visite (a Roccalbegna, Strada dei Fienili), sentiero natura, sentiero botanico, area pic-nic e capanni di osservazione. L’Oasi WWF è aperta tutto l’anno ma si effettuano soltanto visite guidate su prenotazione con partenza da Roccalbegna, pertanto è necessario contattare in anticipo i responsabili dell’oasi (Tel. 0564 989821). Il periodo migliore di visita va da marzo a settembre. I percorsi non sono eccessivamente lunghi ma a volte impegnativi per le forti pendenze.
Descrizione
L’area protetta di Rocconi, la cui altitudine varia dai 200 ai 500 m s.l.m., include un tratto particolarmente integro del fiume Albegna, nel quale confluisce il torrente Rigo.I due corsi d’acqua, a causa della natura calcarea dei suoli e dell’opera millenaria delle acque, hanno creato stretti orridi di rara bellezza con meravigliosi pinnacoli, lame di roccia ed anfratti, inframezzati da una rigogliosa vegetazione rupicola. Nel rilievo boscato compreso tra il Rigo e l’Albegna il terreno assume una colorazione rossastra per l’affioramento di scaglia toscana e diaspri manganesiferi color vinaccia che risaltano rispetto al bianco delle sovrastanti pareti calcaree.Al vertice sud dell’Oasi WWF il fiume Albegna entra in un canyon chiamato “Strette”, scavato nei secoli dalle acque che hanno profondamente inciso le rocce dove scorrono spesso impetuose.
Le pareti rocciose calcaree hanno la prerogativa di creare un microclima più caldo rispetto all’ambiente circostante e di non trattenere l’acqua, per cui negli anfratti e nelle cenge possono vegetare soltanto le piante che resistono a queste difficili condizioni ambientali. Il leccio, pianta tipica dei climi mediterranei caldi e siccitosi, si è così abbarbicato sulle rocce più inaccessibili, accompagnato da aceri minori, ornielli, filliree, lentischi e da qualche raro esemplare di bagolaro, a formare una bella lecceta non toccata dai tagli che hanno devastato i boschi circostanti. Tra i tanti lecci secolari irraggiungibili uno spicca per maestosità raggiungendo ben 6 metri di circonferenza.
Le vecchie piante sono rifugio e luogo di nidificazione per picchi verdi e picchi muratori; stormi di colombacci ne utilizzano i frutti, specialmente durante l’inverno quando sostano nella riserva. Tra le ripide pareti e le guglie di roccia volteggiano vari rapaci a completare un paesaggio d’altri tempi.Un vasto bosco di caducifoglie con roverelle, carpini, ornielli e sporadici sorbi occupa le zone meno dirupate alla base delle pareti rocciose.
In primavera il sottobosco è ornato da anemoni e ciclamini e nelle radure fanno la loro comparsa un numero davvero straordinario di orchidee, 28 specie, tra le quali Ophrys bertolonii, Orchis laxiflora, Limodorum abortivum e Himantoglossum adriaticum.